venerdì 12 febbraio 2010

Analisi delle scie di condensazione

Chiunque si sia interessato al "dibattito" (visti certi toni utilizzati da alcune persone, le virgolette sono d'obbligo) scie chimiche/scie di condensazione si sarà sicuramente imbattuto nell'argomentazione riguardante le analisi. Chi crede al complotto delle scie chimiche è arrivato a spendere anche diverse centinaia di euro pur di far analizzare il contenuto di queste scie, purtroppo però i risultati fin ora giunti sono piuttosto deludenti: in primo luogo perché i campioni sono prelevati a terra e non direttamente dalla scia sospetta e in secondo luogo perché la gran parte delle analisi mostra il normale contenuto di elementi presenti nel terreno. A oggi nessun sostenitore del complotto ha mai provato a campionare direttamente una "scia chimica" in quota, affidando le proprie teorie ad analisi fatte su acqua piovana e su terreni (che, tra l'altro mostrano la composizione tipica dell'acqua piovana e del terreno).

Fortunatamente però gli scienziati non si arrendono così facilmente come i sostenitori delle scie chimiche, infatti in letteratura si trovano numerosi lavori di analisi di scie direttamente in quota. I metodi per analizzare una scia sono sostanzialmente tre:

1- I satelliti
2- I LIDAR

3- Analisi direttamente in quota


I meteorologi e i fisici dell'atmosfera hanno analizzato le scie in ognuno di questi modi a partire già dagli anni '70. La letteratura che ho consultato è piuttosto vasta, riporterò in fondo una breve bibliografia con gli articoli più interessanti.
Descriviamo brevemente i tre metodi: con i satelliti è possibile fotografare l'emissione luminosa di una scia. Già un lavoro del 1970, condotto su un B-17, mostrava come fosse possibile esaminare la composizione di una scia in base al suo spettro di emissione (per essere precisi hanno misurato la riflettanza). [1] Certamente qualcuno potrebbe obiettare che negli anni '70 le scie chimiche ancora non esistevano tuttavia è interessante notare come viene descritta la scia di condensazione analizzata:

"Durante il volo erano presenti numerose e persistenti contrails e si presentò l'opportunità di misurare la riflettanza di una contrail di recente formazione."


Insomma già ai tempi numerose scie persistenti solcavano i cieli e le analisi dimostravano che il contenuto era principalmente acqua. Su un fenomeno simile si basa un lavoro del 1988 nel quale è usato un satellite per registrare l'emissione di una scia di condensazione nello spettro IR. [2] Anche in questo caso si fa riferimento alle scie persistenti e non persistenti e alla loro interazione con altri tipi di nubi alte quali i cirri.

Il LIDAR (Laser Imaging Detection and Ranging) è forse uno strumento ancora più potente del satellite perché permette di analizzare da terra una parte ben definita di atmosfera. Per esempio un articolo del 2004 sembra essere creato apposta per rispondere ai sostenitori dell'esistenza delle scie chimiche.[3] In questo lavoro i ricercatori iniziano fotografando alcune scie di condensazione quasi per gioco, poi hanno una brillante idea: recuperano le foto satellitari della zona e correlano le scie fotografate, con quelle del satellite. Ai dati ottenuti da questo confronti vengono aggiunti quelli provenienti dal LIDAR, il quale, grazie al suo fascio laser, è in grado di misurare quota, composizione, dimensione dei cristalli di ghiaccio, direzione del vento e persino le caratteristiche del ghiaccio in ricaduta verso il suolo. Lo scopo di tutto ciò? Correlare ogni scia a un preciso volo. Grazie ad un database sono riusciti a risalire al volo che ha generato le varie scie e a capire a che ora sono state rilasciate. Anche in questo caso si fa riferimento alla persistenza per diverse ore.


Bravi questi scienziati, ma fino ad ora nessuno è mai andato in quota a prelevare campioni, o forse si?
In effetti sono numerosi anche gli articoli che trattano di campionamenti in quota con particolari apparecchiature in grado non solo di misurare l'umidità all'interno di una scia di condensazione, ma persino di separare l'acqua (frazione volatile) dai componenti non volatili. In questo tipo di campionamenti se nella scia fossero stati presenti bario, alluminio o funghi come sostenuto da chi crede nelle scie chimiche le analisi li avrebbero rilevati. Questo non solo esclude che il carburante possa essere contaminato, ma persino che esistano dei serbatoi nascosti che mischiano misteriose sostanze alla scia di condensazione.
[4][5][6][7]

Dopo aver letto tutto questo, mi sembrano insignificanti le analisi delle foglie di piante ornamentali o del terreno fatte dai sostenitori del complotto, eppure queste analisi sono pubblicate, sarebbe bastato chiedere a un meteorologo o approfondire personalmente per scoprire che qualcuno si era già posto il problema di esaminare il contenuto di quelle scie bianche. Ancora una volta appare chiaro come, se mai ci fosse un complotto, non sarebbero certo i "complottisti da blog" ad accorgersene. La vera spina nel fianco di ipotetici cospiratori sarebbero proprio quegli scienziati che tanto sono denigrati.


AGGIORNAMENTO 13/02/2010

Mi rendo conto di aver lasciato molti con la curiosità di ciò che è stato trovato nelle scie di condensazione. Era chiaro che non ci fossero le sostanze ipotizzate dai sostenitori del complotto, ma cosa c'è in una scia di condensazione oltre all'acqua? Prima di tutto è importante segnalare che le dimensioni del particolato analizzato arrivano fino a 0,1 micron (ovvero PM 0,1). Le sostanze non volatili possono essere classificate in carbone (che ne costituisce la maggior frazione) e metalli vari. Questi ultimi sono costituiti da Ferro, Cromo e Nichel nella percentuale tipica dell'acciaio inossidabile. In alcuni lavori sono stati ritrovati anche nitrati e acido solforico. Il riferimento [6] (se riuscite a leggerlo) è un buon riassunto di tutti gli altri riferimenti con dettagliata spiegazione del meccanismo di formazione delle varie specie chimiche a seguito della combustione. In ultimo viene esclusa la presenza di silicio all'interno delle contrails, cosa invece presente normalmente nei cirri, ovvero esattamente il contrario di ciò che hanno sempre sostenuto i complottisti.

Bibliografia
:

[1] W.A. Hovis; Infrared Reflectance of High Altitude Clouds; Applied Optics; 1970


[2] T.F.Lee; Jet Contrail identification using the AVHRR Infrared Split Window; J. Appl. Meteor.; 1988


[3] D. Atlas; Contrails to Cirrus; J. Appl. Meteor.; 2004


[4] R. S. Gao; Measurements of relative humidity in a persistent contrail; Atmospheric Environment; 2006


[5] A. Petzold; Elemental composition and morphology of ice-crystal residual particles in cirrus clouds and contrails; Atmospheric Research; 1998


[6] B. Karcher; Aviation-Produced Aerosols and Contrails; Survey in Geophysics; 1999


[7] C. H. Twohy; Electron microscope analysis of residual particles from aircraft contrails; Geophysical Research Letters; 1998